Domenica 5 novembre 2023. Mt 23-1,12. – “Sulla cattedra di Mosè …””
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: “Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.
Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filatteri e allungano le frange; amano posti d’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare -rabbi- dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare -rabbi-, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno -padre- sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.
E non fatevi chiamare -maestri-, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.
Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato”.
Prima di iniziare il mio consueto commento, vorrei offrire a tutti i lettori una chiave di lettura: quasi tutte le parabole sono delle metafore. E come tali devono essere lette. Anche alcuni miracoli sono metafore, come il camminare sull’acqua, la moltiplicazione dei pani e dei pesci, il trasformare l’acqua in vino, ecc.
Commento. Questa piccola, e sintetica parabola, presenta due difficoltà, direi quasi insormontabili. La prima è una profezia a venire. La seconda è che la profezia si è avverata alla nascita del Cristianesimo, nella prima comunità cristiana.
Cercherò di esporvi velocemente il mio punto di vista. Gesù, nella parabola, abbatte le gerarchie che sono tipiche delle religioni dei suoi tempi, perché in contraddizione con la legge d’amore, e con i comandamenti.
Ma poi il cristianesimo dovette lasciare il posto al Cattolicesimo, e a mio parere, qui morì. Costantino fu l’artefice della nascita di una nuova religione che aveva Gesù al centro, come prestanome, ma non nei fatti.
Nella storia di tutte le religioni, attenzione, io non reputo il buddismo una religione, ciò che Gesù aveva profetizzata come sbagliato, si è avverato.
O meglio, c’era prima: India, Egitto, Israele, Grecia. I cattolici hanno pensato bene di imitarli. E badate bene: nessuna religione si è evoluta.
In tutte le religioni si predica l’uguaglianza, l’amore, la pace. Da che mondo e mondo l’uguaglianza non esiste.
L’amore: ci facciamo la guerra dai tempi di Caino.
La pace. Ancora peggio. Si litiga per uno sguardo, una sigaretta, un parcheggio, una precedenza mancata. Negli stadi si guerreggia, nei bar ci si spara, ecc.
“Ama il prossimo tuo come te stesso”. Non ho commenti. Li ho esauriti.
Continuare a dire che il problema sta nella convivenza fra noi, alla lunga stanca. Come possono stancare gli inutili, e continui, richiami alla pace, alla tolleranza, all’accoglienza.
Non fanno più effetto, sia che siano detti da una finestra su una piazza, o dal pulpito di una chiesa.
A questo mondo nessuno è innocente, e tutti abbiamo un passato. È dal passato che nasce la storia di tutti, e la causa dei disastri di oggi.
Non importa a quale religione si sia fedeli, a quale partito politico si dà il voto. Chi veramente comanda è l’economia. Accompagnata da due complici che sono nella nostra natura: “Sesso e Potere”, e nel mezzo hanno il “Denaro”.
“Sesso, denaro, potere”. Come diceva spesso Aldo Bergamaschi, frate cappuccino, che potete trovare su internet. Il sesso è nella nostra natura.
Il potere viene dai desideri. Il denaro lo abbiamo inventato noi. Sono simili a: “Avidità, Egoismo, Vanità”. Una grande invenzione il denaro, ma rischia di essere la nostra rovina, anzi no! Lo è già.
Volendo possiamo mettere, con la giusta interpretazione, questi tre principi all’interno di un sistema di vita che li guidi al meglio, e che li tenga sotto un ragionato controllo affinché non continuino con questa deriva, causa di tutti i disastri sociali.
La parabola di questa domenica parla da sola. E come diceva Gesù: “Chi vuole intendere, intenda”. Anche per questo, è stato messo in croce. I fatti non hanno bisogno di menzognere parole, o di patetiche giustificazioni.
“Non uccidere”, è un assoluto. In perfetta linea con l’Amore.
Tempo fa c’era un detto: “Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi”. Anche questo detto contiene una metafora. In questa vita si può fare i furbi, ma poi c’è sempre qualcuno che ne paga il prezzo.
L’economia degli stati, ha bisogno delle guerre. Noi siamo solo: o carne da cannone, o spiacevoli effetti collaterali. Oppure numeri in tempo di pace.
Le classi sociali esistono anche se mascherate dalla democrazia. C’erano con i Re. Con le dittature. Con il socialismo.
Il capitalismo è come l’uomo nero. Veniamo a questo mondo come dei. Ma poi abbiamo abdicato a favore di Mammona.
Nelle nostre società si può morire di stenti se non hai il denaro per vivere. Siamo un po’ come naufraghi in mezzo al mare: se sai nuotare…. forse le la puoi cavare.
La parabola del buon samaritano è abbastanza chiara (Lc-10-25,37). Purtroppo non tiene conto di quello che dovrebbero fare i politici come leggi sociali, per i meno abbienti, per le famiglie, e per i portatori di disabilità.
Le mie analisi seguono una linea spirituale, filosofica e pedagogica. In mancanza dei presupposti di base, passo all’analisi filologica, o storica dell’articolo, non teologica.
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