La grande avventura
Cap. 13 – Il Valore della Vita. 1° parte.
Il valore della vita sta nel come la si vive e, naturalmente, per ognuno di noi, il riconoscimento di questo valore è in quello che crediamo, in quello che siamo disposti a fare, negli obiettivi e nelle aspirazioni che realizziamo.
L’umanità, di qualsiasi nazione, o di credo religioso, di fede politica, riconosce, ai “valori morali”, un’importante e fondamentale valore etico. Con essi si motivano la maggioranza delle scelte, delle azioni sociali e individuali che sono messe in atto.
Ma non sempre sono valori puri. Nel momento stesso in cui il potere se ne appropria, perdono la spinta fraterna per trasformarsi in leggi. Leggi che hanno le loro radici in usi e costumi impositivi e tirannici.
Le abitudini, le consuetudini, i compromessi, le convenienze moralistiche di una volta, che legislatori corrotti, impongono con leggi, o con il mitra.
La disastrosa imperfezione sta nel fatto che sono portatori di una morale esterna all’uomo, cui è chiesto di ubbidire per imposizione e appartenenza, e non per convinzione, in violazione della giustizia e della libertà.
Ma è anche vero che, per molti, i valori morali presenti nel sociale erano un punto di riferimento. Un dettato di regole non perfettissime, ma quello era il male minore nella vita in comune delle persone.
I cattivi maestri.
Peccato che gli insegnamenti non si siano evoluti con l’evoluzione della società. Perché sono mancati i maestri. I liberi pensatori, gli illuminati, che proponevano innovazioni, hanno dovuto difendersi dai Re e dai Papi, e anche dal potere costituito anche in nazioni democratiche.
Se queste istituzioni, detentrici del potere, avessero seguito i tempi promulgando leggi giuste, dettate dalla giustizia e non dall’interesse politico, oggi, saremmo un’umanità molto più evoluta intellettualmente e moralmente.
L’umanità avrebbe potuto presentarsi alla soglia del terzo millennio d.C. ricca di valori morali. Oggi, invece, tutte le maggiori religioni, si presentano al mondo ricche, con delle istituzioni grandiose, con mezzi economici enormi, con possedimenti smisurati. Con fedeli sempre più poveri nei valori morali.
E così sono anche i partiti politici. Nella maggioranza dei casi sono degli apparati complessi, dei veri centri di potere. Creano caste privilegiate, prosciugano di averi i popoli, depredandoli senza vergogna anche dei diritti e della libertà.
Siamo prede di un sistema.
C’è una nuova e più terribile schiavitù: quella economica. Non servono più la frusta e la spada: è sufficiente imporre nuove tasse. E poi, volendo, la frusta e la spada sono sempre a portata di mano nei casi estremi.
Pensate che ci sia qualcosa di “Divino” in tutto questo. Il potere teocratico ha rappresentato un devastante periodo nero per l’umanità. E non è finito.
La Democrazia sta diventando un liberismo sfrenato. Altro che legge della giungla: è una forma di egoismo all’ennesima potenza.
E’ pur vero che ci ha liberato da un moralismo bigotto troppo imperfetto. Ma ci ha imprigionato nel liberismo dominato dall’economia. Il connubio democrazia ed economia porta al: “Capitalismo liberale”. Un disastro per la pace e la convivenza.
La politica (filosofia di governo), e di conseguenza i politici (uomini al servizio dei cittadini) si sono venduti all’economia.
Le Religioni non sono in grado di sopravvivere senza soldi: “Non si possono servire due padroni”, dice la parabola. E qui sta il guaio.
Un nuovo imperatore governa il mondo.
Questo nuovo corso ha determinato lo spostamento dei valori umani: dall’interno dell’uomo (sentimenti) al suo esterno (desideri).
Nella spiritualità, lo spirito dell’uomo è nel corpo, ed è custode dei suoi sentimenti e della sua felicità.
Nei giorni nostri i principali valori sono nel possesso delle cose. L’uomo vale per quello che possiede in beni materiali e il suo referente è il denaro, l’oro (assunto a rango di divinità) che possiede.
Il depositario dei valori morali e spirituali è lo spirito divino presente in ogni essere umano, è Dio stesso. Non esistono valori materiali nella spiritualità.
Saremo sepolti nel cimitero delle macchine.
E l’uomo, in questo liberismo, dove le tentazioni la fanno da padrone, si svuota dei suoi valori e per questo paga un prezzo salato: infelicità, solitudine. Non siamo delle macchine, anche se vivremo come dei robot.
Dentro di noi batte un cuore che non ha solo il valore di muscolo, ma è anche il referente dei nostri sentimenti. Alla fine, ci accorgeremo, che abbiamo un alimento al quale non possiamo rinunciare: “L’Amore”. Nessuna cosa di questo mondo ne può occupare il posto.
Se lo sostituiremo con qualcosa d’altro, il prezzo che pagheremo sarà terribile: “L’infelicità”. E’ necessario avviarsi sulla strada di questa “Novità esistenziale”, e al posto del liberismo utilizzare la libertà che sta all’interno dell’“Amore senza profitto”.
Che mondo sarebbe se gran parte dell’umanità avesse nel proprio cuore questi valori spirituali? Nonostante tutte le nostre diversità, di lingua, di religione, questi sarebbero valori collettivi!
La pace, la fraternità, l’amicizia, sono valori per tutti. Questo sarebbe un mondo bellissimo. Forse, l’anticamera del “Paradiso?”.
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Una risposta a “Mens Sana 13 – Il valore della vita. 1° parte. –”
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