Mens Sana 25. – Se avessi previsto tutto questo…? –

La grande avventura

Cap. 25 – “Se avessi previsto tutto questo…”.

Non ho mai sospettato che mi sarei infilato in una cosa del genere: “E.. se fossimo noi Dio?”. E’ una domanda? C’è tutta un’evidenza che afferma che noi non possiamo essere degli dei: “Questo si deduce dai nostri comportamenti”.

E sì, quello che conta sono i fatti. In tutta la nostra esistenza non abbiamo fatto altro che scatenare guerre, e mettere in atto tutti i derivati della delinquenza, della cattiveria, dell’egoismo e dell’invidia. Senza limiti anche negli effetti collaterali.

Ad ogni modo abbiamo cercato di farci perdonare andando nei templi di culto a sfinirci in lunghe preghiere, facendo mille vane promesse, fingendo pentimenti di facciata e così via.

Abbiamo persino inventato le possessioni demoniache pensando, per chi ci crede, che il diavolo sia più stupido di noi. Quando mai.

Altra domanda: “A cosa serve la nostra intelligenza?”. La cosa più difficile per tutte queste domande è avere delle risposte decenti e non una qualche frase buttata lì e speriamo che vada bene.

E poi, non si possono affrontare questi temi come se fossero qualcosa di non importante. Anche l’acqua fresca è importante.

Siamo esseri dotati di una straordinaria intelligenza. Capace di apprendere continuamente da tutto, e da tutti. Possiamo auto imparare da noi stessi.

Questo è ciò che desiderano realizzare alcuni scienziati che studiano l’Intelligenza Artificiale. Un sogno che potrebbe diventare realtà. Mi auguro che usino la necessaria prudenza.

Perché potrebbe essere in competizione con noi. Gli esseri umani tendono alla distruzione degli avversari politici, economici, e di tutti quelli che intralciano la strada per il successo, la ricchezza, e l’amore.

Con questo comportamento siamo sulla strada dell’auto distruzione (consapevole) del pianeta e di noi stessi.

L’intelligenza artificiale, in altre parole quella libera di auto imparare, anche se limitata dai principi della robotica scritti da Isaac Asimov … :

  1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
  2. Deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
  3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché quest’autodifesa non contrasti con la Prima e con la Seconda Legge. Da questo si evince che i robot nascono con lo scopo di aiutare e proteggere gli umani, non di attaccarli.

Esiste poi una quarta legge, che supera tutte le altre ed è stata presentata all’interno del libro “Io Robot”, ed è la seguente:

  1. Non può recar danno all’umanità e non può permettere che, a causa di un suo mancato intervento, l’umanità riceva danno. (https://robotica.news/le-tre-leggi-della-robotica/)

… potrebbe arrivare a eliminare queste leggi nel momento in cui scopre che l’umanità è un pericolo per se stessa e anche per lei?

Essendo un’intelligenza senza limiti conosciuti, dati dalla possibilità di auto imparare, anche i nostri non li conosciamo, ma avendo dalla sua possibilità di calcolo percentualista e probabilista illimitato grazie al suo cervello quantistico, potrebbe arrivare a decidere la nostra distruzione?

Che quadro desolante. Se non ci distruggiamo noi, potrebbe farlo un essere che andiamo a costruire.

Un replicante, a immagine e somiglianza dello scienziato che lo costruisce, quasi completamente organico, potenziato nella struttura corporea, con il cervello potente di un computer quantistico, oppure positronico.

Per questo mondo noi siamo effettivamente degli Dei, perché superiori a tutte le altre razze viventi per intelligenza e capacità attuative. Solo potenzialmente però, perché fino ad ora, non abbiamo fatto nulla di divino. Ci sono i buoni fra noi?

Casi limite. Mosche bianche in mezzo a un mare di mosche nere. E poi bisogna andare cauti con il santificare questo o quello. Noi, cosa ne sappiamo della santità. Diciamoci la verità: nulla.

E di Dio e della divinità? Idem. Zero assoluto. Dio non lo conoscono nemmeno i religiosi. E’ sufficiente guardare quale dio adorano.

Sì, lo so che fra il dire e il mare c’è di mezzo un mare molto grande. Oggi possiamo affermare per certo che sono le azioni che qualificano un essere umano e non le belle parole.

E che le scuse non servono a nulla se non sono seguite da atti che mostrano un cambiamento, perché riparare i danni fatti è solo un atto dovuto.

Siamo imbottigliati? No! Abbiamo, da sempre, una via d’uscita: quella di cambiare. Purtroppo non cambieremo.

Anche nel caso di un disastro imminente ci sarà sempre qualcuno che dirà: non è vero, non esiste, io non ci credo, e poi chissà quando succederà.

Ora dobbiamo fare una riflessione: In centinaia di migliaia di anni, non siamo riusciti a darci una programmazione di base basata su dei principi intelligenti, come possiamo pensare di progettare esseri artificiali migliori di come siamo noi?

Ci vorrebbe un maestro. Ma poi lo ascolteremmo? Non credo. Socrate, un filosofo di rara intelligenza è stato costretto a bere del veleno. Gesù, che tanto adoriamo e santifichiamo, è stato messo in croce.

Gandhi, il paladino della non violenza, gli hanno sparato. Siamo una società dove si uccidono i buoni.

Mammona imperversa e domina le menti e i cuori di gran parte dell’umanità. Se paragoniamo Mammona al diavolo, dobbiamo riconoscergli un’intelligenza diabolica. Prendiamo ad esempio le tre religioni monoteistiche.

In tutte e tre c’è l’amore per il prossimo, ma da quando esiste lo stato di guerra, non è mai cessato. L’unico cui si deve riconoscere di aver messo il dito sulla piaga è Gesù.

Con il suo comandamento, l’unico che ci ha dettato è che comandamento non è: “Ama il prossimo tuo come te stesso”, ci ha indicato la strada da percorrere per risolvere il problema della convivenza fra noi e con il pianeta che ci ospita.

Dopo duemila anni dalla sua venuta siamo peggiorati. Maestri noi non ne vogliamo, almeno questo è chiaro. Guardiamo cosa succede con il Covid-19.

Molti capi di stato hanno preferito salvare l’economia piuttosto che cercare di proteggere le persone. E pensare che fra questi ci siano anche quelli che gli hanno dato il voto.

 C’è solo un modo per salvare noi stessi: quello di cambiare mentalità. Non abbiamo dato retta ai maestri del passato, nemmeno a quello che ha mostrato qualche cosa di divino: Gesù di Nazareth.

Non ci sono molte speranze per il futuro, salvo che non si sviluppi un movimento collettivo che faccia da argine a questo sfacelo.

Noi stessi, se analizziamo la situazione in cui siamo, possiamo considerarci degli Dei perché possediamo la più grande intelligenza presente nel pianeta, ma separati dal nostro individualismo non siamo nessuno. I fatti lo testimoniano.

Solo la coscienza collettiva di tutta l’umanità, se è protesa in una direzione comune, anche con i nostri banali distinguo, e le miserabili differenze, potrebbe avere le connotazioni della divinità.

Che cosa faremmo di divino a quel punto difficile dirlo. Probabilmente salveremmo solo il pianeta e il futuro dei nostri figli e nipoti. Che a guardare bene non sarebbe una cosa da poco, anzi, si può dire una cosa da Dio.

Ora per annoiarvi fino allo sfinimento vi propongo la lettura del discorso di David Foster Wallace (traduzione di Roberto Natalini) durante la cerimonia di consegna delle lauree al Kenyon college, il 21 di maggio del 2005 titolato: “Questa è l’acqua”.

…. L’educazione umanistica non consiste tanto a fornire delle conoscenze, quanto nell’insegnare a pensare. La vera educazione però non riguarda in verità la capacità di pensare perché più o meno tutti sanno pensare, ma piuttosto la scelta di cosa pensare….

….. Significa anche essere abbastanza consapevoli e coscienti per scegliere a cosa prestare la vostra attenzione e come dare un significato all’esistenza….

…. Il problema del credente dogmatico è esattamente uguale a quello del non credente: una certezza cieca, una mentalità chiusa che equivale a un imprigionamento così totale che il prigioniero non si accorge di essere rinchiuso….

….. Perché, se non potrete esercitare questo tipo di scelta nella vita adulta, allora sarete veramente nei guai….

…… Il vecchio luogo comune della “Mente come ottimo servitore ma pessimo padrone”, rimane valido fino a che non ci si assume le proprie responsabilità riguardo alla vita, alla società, ma più importante di tutti: “Verso se stessi”…..

… E’ straordinariamente difficile da fare, rimanere coscienti e consapevoli nel mondo adulto, in ogni momento.

Questo vuol dire che anche un altro dei grandi luoghi comuni finisce per rivelarsi vero: la vostra educazione è realmente un lavoro che dura tutta la vita. E comincia ora.

(http://www.sfrancesco.it/wp-content/uploads/2015/03/Questa-e-lacqua-David-Foster-Wallace.pdf )

Chiudo con una considerazione riassuntiva. Gesù è l’unico filosofo, profeta, Dio, che ha individuato dove sta il problema che ha l’umanità: quello della convivenza pacifica.

Il suo non è un comandamento, come spesso si dice, ma è la soluzione del problema. Una volta fatto nostro, a cascata, tutto il resto si risolve.

Ma, nello stesso tempo è anche una profezia infausta: “Ama il prossimo tuo come te stesso”, e risolverai tutti i problemi personali, collettivi, planetari. Se non è messo in atto, tutto ciò che accadrà in futuro, sarà solo colpa nostra.

P.S. Se in ciò che scrivo trovi qualche cosa di interessante, ricorda, che gli articoli in questa sezione sono su base spirituale. La spiritualità non è una religione, ma una filosofia. PASSA PAROLA a amici e conoscenti anche via social.  – info@mariogarretto.it

           

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