Domenica 30 aprile 2023. Gv 10, 1-10. – Chi entra dalla porta è il pastore.-

In quel tempo, Gesù disse: “In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante.

Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori.

E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei”.

Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: “In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati.

Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.

Commento. La parabola di questa domenica è presentata alla lettura non completa. È stata divisa in due parti. Non è una domanda, ma se lo diventa, è solo retorica, e non vuole una risposta.

Dopo tanti anni, un’idea sul suo significato me la sono fatta. E questa mia idea traspare da tutte le pagine dei miei scritti e in tutte le righe delle mie interpretazioni. Il cristianesimo non è una religione, e non lo vuole diventare.

Mi dispiace se lo ripeto fino allo sfinimento. Gesù non ha assolutamente l’intenzione di fondare una religione, non avalla i propositi degli Apostoli, e disconosce di fatto tutto il Vecchio Testamento.

Ma non solo. Punta il dito sulla/e religione/i, sui religiosi, sui profeti. Lui non è venuto fra noi per completare il vecchio testamento.

Non è venuto a dimostrare che il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe ha mandato suo Figlio: Il Messia, incarnato in Gesù di Nazareth, per salvare Israele dai suoi nemici, imporre la pace Divina con la forza delle armi, nel nuovo paradiso terrestre: lastricato di cadaveri, e il terreno intriso di sangue.

Gesù non è il messia dei profeti: “Tutti quelli che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti”. Non è nemmeno un suo lontano parente. Dio non fa politica. Nemmeno Gesù ha mai fatto politica. Cristo ci dice che è Lui la porta delle pecore.

Tutta l’umanità è deputata a diventare: “Simile al padre che è nei cieli”. Lo diventeremo con la nostra fatica, con le nostre azioni. Non servirà a nulla farlo obbedendo agli ordini di qualcuno o per cercare lodi e promozioni.

Dobbiamo trasformarci. Ognuno di noi deve lavorare su sé stesso e sarà anche di esempio al suo prossimo. Gli insegnamenti di Cristo non sono ordini, è una strada da seguire volontariamente, con le nostre forze, con i nostri talenti.

Guai a cercare scorciatoie, saranno furbizie inutili. Nei millenni della nostra storia, non possiamo vantarci di essere stati un’umanità intelligente, divina. Lo vediamo, dai nostri comportamenti, anche oggi.

Per umanità intelligente intendo principalmente nella convivenza fra i popoli. Quante guerre ci sono in questo momento nel pianeta? Quanti sono gli esseri umani che soffrono per l’egoismo di altri?

Pensare che al mondo ci sia chi muore di sete o di fame, solo questo fatto, dovrebbe far vergognare tutta l’umanità, noi compresi. Le religioni non possono chiamarsi fuori da questa bolgia infernale.

Nei millenni passati hanno contribuito a forgiare la storia del presente, nel bene e nel male. Più nel male che nel bene. Un risultato positivo per loro l’hanno ottenuto: istituzioni ricchissime di ori, possedimenti infiniti, di cui oggi sono prigioniere.

Hanno accumulato tante e tali ricchezze che si può dire che vendere Dio è una fonte di guadagno sicuro. Un pensiero mi sorge: le religioni, anzi meglio, le classi sacerdotali, credono in Dio? Se sì, in quale Dio: forse Mammona?

Forse sarebbe più utile chiedere loro in quale Dio credono. Anzi è meglio di no. Ascoltare patetiche bugie è una perdita di tempo. Babele non ha dunque insegnato nulla alle generazioni religiose e a noi.

Potremmo iniziare da lì la nostra rivoluzione concettuale. Tutta l’umanità si riunisce per apprendere una lingua comune per comunicare fra noi direttamente. Ma non deve essere una lingua di quelle parlate oggi come lo è l’inglese.

Sa molto di colonizzazione. I nuovi Conquistadores, al posto della spada hanno l’economia, la tecnologia, i carri armati pronti in garage. No! Non va bene.

A meno che qualcuno non mi spieghi in modo convincente perché noi, e i nostri figli, dobbiamo passare buona parte della nostra vita a imparare la lingua inglese, mentre un inglese, un americano, un australiano, non spreca nemmeno un minuto della loro vita per fare altrettanto. Se non è colonizzazione questa, ditemi il perché?

Visto che nessuna religione al mondo ha mai avanzato una proposta simile, a chi ci dobbiamo rivolgere per farla? Alla classe politica? Cadiamo dalla padella alla brace.

Chi fra i politici può trovare il coraggio di avanzare una proposta diversa? Inoltre la maggioranza di loro cerca un posto sul carro (blindato) del più forte.

Perché anche loro sono in quel tritacarne: “Tutti quelli che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti”. E quelli dopo, come saranno? In parte lo sappiamo già.

Non è solo per i religiosi questo ammonimento. Lo è anche per i politici. Tutti quelli che si mettono alla guida dei popoli sono da considerarsi pastori, o lupi?

Questa parabola, si presenta in buona misura semplice all’interpretazione spirituale lasciando solo in due punti degli interrogativi. Il primo: “Quelli che sono venuti prima di me sono ladri e briganti”.

I religiosi, i Re, i politici, e più in generale chiunque prima di Cristo assimilasse il suo comportamento a comando divino certamente era un ladro e un brigante a parte (rari) casi singoli di persone degne del Regno. E quelli che verranno dopo di Lui?

Nel mondo attuale ci sono circa duecentotrenta religioni organizzate alle quali si devono sommare sette e quant’altro s’ispiri al sacro e al profano. Solo nella religione cattolica si contano decine di ramificazioni. A quale dobbiamo credere?

L’opera per diventare: “Perfetti come il Padre che è nei cieli”, e le Leggi del Regno, non sono comandi ma precetti per arrivare alla purezza di spirito. “All’Amore non si può comandare” diceva Kant. Vi ricordo che Dio non ha emanato nessuna legge.

Il secondo punto è, dove Cristo dice: “Io sono il buon pastore”. Questo è un monito rivolto ai religiosi e ai politici, definitivamente chiarito nel dialogo con Pietro alla fine del Vangelo di Giovanni.

Solo Dio è il pastore dell’umanità, solo Dio è il maestro dell’umanità, e Dio è Amore infinito. Il buon pastore è chi contribuisce alla costruzione del Regno dei Cieli, non è chi fa le cose per andarci, o per un interesse terreno.

Le religioni hanno dato la dimostrazione di come sia facile uccidere in nome di Dio. Se Dio è Amore infinito, è Misericordia infinita, di quale Dio ci parlano? Nella Bibbia c’è il Dio degli eserciti. C’è un popolo eletto.

E noi di quale Dio siamo figli? Non mi risulta che abbiamo chiesto noi di venire in un mondo di questo genere, e non credo che ci sia la fila alla biglietteria per entrarci.

Alcune piccole note.

Parliamo di profezie. Inizio così per attrarre la vostra attenzione. Voglio invece parlarvi, in breve, della guerra. Il conflitto Ucraina-Russia è sempre più cruento, e con possibili sviluppi non previsti, es: un drone Ucraino, armato, cade alle porte di Mosca.

La Nato ha quasi completato di fornire all’Ucraina un pacchetto di armi di cui non si conosce la quantità e la qualità, nel senso se sono missili a lunga gittata, aerei da combattimento moderni, carri armati di ultima generazione.

Forse tutto questo non basterà a scatenare la terza guerra mondiale, anche se ci sono i presupposti per una reazione violenta della Russia. C’è un terzo caso.

La possibile invasione cinese nell’isola di Formosa. Questi i presupposti:

La Cina invade Formosa.

Gli Stati Uniti hanno promesso che la difenderanno anche con le armi.

L’Inghilterra sarà al suo fianco come alleato militare e economico.

La Nato, a guida Jens Stoltenberg (norvegese), invierà uomini e mezzi. I paesi europei saranno costretti ad aderire al conflitto in quanto costretti (sudditanza) da trattati, e dipendenza economica.

Il presidente Macron ha detto in una recente intervista che la Francia sarà al fianco degli Stati Uniti in caso di guerra con la Cina per Formosa. ecc. ecc. ecc.

Siamo in presenza di un secondo Zielinsky in versione femminile: Tsai Ing-wen?

Posso solo dire che di eroi, con la pelle degli altri, ce ne sono tanti. I cimiteri sono pieni di martiri: soldati mandati al macello da politici che giocano a fare Dio. Non parliamo poi di quei civili: anziani, donne, bambini sotto le bombe: sono gli effetti collaterali.

Per chiudere posso solo dire che: nessuno di noi è innocente.

Hanno fatto bene, i nostri politici, a festeggiare il 25 Aprile. In quanto non so se ci sarà un’altra occasione in futuro Un anno fa ho scritto che un’eventuale terza guerra mondiale potrebbe scoppiare entro il 2024. Mi auguro proprio di no.

Essere Cristiani. Ritengo che sia una delle cose più difficili da attuare. Non perché necessita rinunciare (non è vero) ai piaceri della vita, ma perché si deve fare un’autentica rivoluzione nel proprio cervello: rivoluzione concettuale.

Ciò che oggi riteniamo valori devono essere tutti rivisti e ridefiniti. Innanzi tutto deve essere una scelta di vita volontaria e non obbligata. Ricordo che l’amore non si può comandare, vendere o barattare. Secondo è una strada individuale e non collettiva.

Si, certo, si può fare assieme ad amici, gruppi, ma non è una religione. Ognuno di noi deve essere maestro di sé stesso. Dai presunti maestri si prendono indicazioni, chiarimenti, ma non modi di fare. Noi apprendiamo dall’esperienza personale.

Lei è il nostro vero maestro. E qui viene il difficile. Ci vuole pazienza, fiducia in sé stessi, darsi una seconda, una terza occasione, ma non mentirsi mai.

Abituarsi ad un’etica di comportamento. Tutto ciò richiede tempo? Abbiamo tutta la vita davanti, e poi chissà, forse anche l’aldilà.

Ma non rimandare mai. Ciò che deve essere fatto, si faccia. Come? Come si può, si impara molto dall’esperienza, ma cercate di non essere costretti a imparare dal dolore. Fate sempre conto di dover piantare un chiodo con il martello.

Nel sito, nella sezione Mens Sana, ci sono articoli che sviluppano questi temi.

M.G.

Le mie analisi seguono una linea spirituale, filosofica e pedagogica. In mancanza dei presupposti di base, passo all’analisi filologica dell’articolo, non teologica.

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mario.garretto@gmail.com

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4 risposte a “Domenica 30 aprile 2023. Gv 10, 1-10. – Chi entra dalla porta è il pastore.-”

  1. Hocam Ellerinize Saglık Güzel Makale Olmuş Detaylı

  2. Gerçekten detaylı ve güzel anlatım olmuş, Elinize sağlık hocam.

  3. Thank you for a really useful article.

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