Domenica 02 ottobre 2022 Lc 16-19,31 – L’uomo ricco e Lazzaro il povero –
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: “C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti.
Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui.
Allora gridando disse: -Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma-.
Ma Abramo rispose: -Figlio, ricordati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.
Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: -Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento-.
Ma Abramo rispose: -Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro-.
E lui replicò: -No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno-. Abramo rispose: -Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”.
Commento. Siamo all’interno di una delle tante descrizioni dei piani evolutivi dell’umanità? No! In questo brano, purtroppo, devo dire, mio malgrado, c’è uno dei più grossi errori d’interpretazione della religione.
L’evoluzione dello spirito dell’uomo non avviene solo in questa veste materiale ma continua (all’infinito?) nei piani dello spirito legati alla nostra esistenza e al perché della vita, per: “Diventare perfetti come il Padre che è nei cieli”. Mt 5-43,48.
Faccio una doppia citazione perché necessaria e una distinzione: il ricco rappresenta la categoria dei vanitosi, corrotti, egoisti, e va all’Inferno.
Lazzaro invece è una persona della categoria dei “poveri storici” come descrizione, ma è stato messo nei “poveri di spirito” per spiegare la destinazione finale: il Paradiso.
Perché questa distinzione?: “E’ più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco andare in paradiso”. Mc 10-25 – Lc 18-25.
Nell’analisi spirituale è importante, fondamentale, indispensabile, ricercare con attenzione per poi analizzare con precisione. Questi sono i fondamenti della verità e dell’intelligenza: verità logica..
Descrivere in questa situazione i piani evolutivi degli spiriti, da non confondere con l’inferno e il paradiso della Divina Commedia, secondo la Spiritualità Generale, sarebbe un andare fuori tema.
Ecco il problema: qui si parla di Inferno e Paradiso stile religioni, o Divina Commedia. Non so come esporre la mia tesi. Non voglio urtare la sensibilità di nessuno ma in questa parabola di Cristo c’è pochissimo. Provo a spiegarmi meglio.
Il ricco, alla sua morte, è portato direttamente all’inferno solo perché è ricco? Il povero invece va direttamente in paradiso solo perché è povero?
Il ricco potrebbe, oltre che vivere da ricco, anche essere impegnato in opere di carità, dare il giusto salario ai suoi dipendenti. Rispettare il prossimo e ascoltare chiunque chieda il suo aiuto.
Il povero dal canto suo, nella sua vita, potrebbe aver rubato per sopravvivere, ucciso per impossessarsi dei beni altrui, maledetto Dio per la sua condizione. Non aver avuto voglia di lavorare e sperperato i pochi soldi in vino e prostitute.
Non è la condizione sociale, anche se n’è spesso la causa, che determina l’evoluzione spirituale della persona. E’ come si vive la vita e nel modo in cui ci si approccia con gli altri: “Ama il prossimo tuo come te stesso”.
Sviluppando questi temi ci si trova spesso a ripetersi. Non si diventa perfetti come il Padre che è nei cieli senza aver provato a sviluppare la propria intelligenza.
Cristiani non si nasce: si diventa. Con una lunga e costante educazione di se stessi. L’esperienza è una maestra di vita. Non basterà una sola vita, ce ne vorranno delle altre: reincarnazione. Sarà sufficiente, per questo, aver fiducia in Dio.
“Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno convincere neppure da qualcuno che risorge dai morti”. L’evoluzione spirituale dell’uomo avviene per epoche evolutive che possono essere infinitamente piccole, cioè più brevi di un battito di ciglia, oppure infinitamente grandi, cioè dall’inizio della creazione alla sua fine: “Alla fine dei tempi”. L’infinito è in tutto il creato.
All’umanità non sono mancati gli aiuti. Il riferimento che fa Cristo a Mosè indica chiaramente che l’umanità di allora doveva aprire il suo cuore a Dio e non chiuderlo all’interno di una religione. Io posso aggiungere Buddha, Gandhi ecc.
I profeti in genere hanno, chi più chi meno, aiutato l’umanità a concepire Dio, la Sua essenza, e lo scopo della nostra vita. Ma purtroppo, in alcuni atti, hanno dimostrato di non essere ancora arrivati a conoscere Dio.
Nessuno di loro aveva detto che sarebbe stato facile. Allora, l’umanità, con furbizia, ha pensato che aderire a un gruppo religioso avrebbe compensato la scelta della strada più facile. L’appartenenza li avrebbe esentati dalle rinunce.
Inoltre, chi si faceva maestro o profeta sarebbe entrato nel favore divino. Senza contare i tanti beni materiali a disposizione: sesso denaro, potere: “Prima di me, solo ladri e delinquenti” diceva Cristo. Quanto aveva ragione.
Non basta conoscere le Leggi del Regno, non basta recitare infinite preghiere, non è sufficiente aver capito le leggi spirituali, bisogna metterle in pratica.
Cristo va alla ricerca delle pecore sperdute della casa d’Israele (meglio dire di un’umanità senza un pastore), non le aspetta nel tempio, e non le scaccia se sono ammalate, stanche o peccatrici.
Porge il suo insegnamento a tutti indistintamente come il sole che sorge al mattino che scalda sia i buoni sia i cattivi.
Alcune piccole note.
Fino a settanta volte sette (Mt 18,21-35). In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
https://www.google.com/search?q=quante+volte+devo+perd…
Nella legge d’amore non vengono posti limiti, barriere, condizioni. È un modo di essere e di comportarsi. L’amore è infinito. Il perdono è infinito, e sostituito dal dimenticare. Non ci sono scorciatoie o furbizie di nessun genere da mettere in atto.
L’amore non si può vendere, comprare, conquistare, barattare. Il paradiso non esiste come luogo, ma come condizione personale. L’inferno ha le stesse caratteristiche, solo che siamo noi a crearlo. Essi sono di qua, e nell’aldilà, dentro di noi.
Non ci sono diavoli o santi che girano nei cieli per intromettersi nella nostra vita. Questa è scandita dalle nostre scelte e noi raccogliamo il frutto delle nostre azioni.
Le possessioni demoniache sono spazzatura cinematografica e religiosa. I santi sono un’autocelebrazione delle religioni. Gli eroi nascono dalla letteratura o da chi scrive la storia per giustificare, o esaltare, nefandezze come le guerre, la caccia alle streghe (terra santa, santa inquisizione e così tante altre).
L’aldilà non è un luna park dove si può andare quando si vuole a proprio piacimento, o di un qualsiasi medium prezzolato. Nessun profeta può dire di aver parlato con Dio o un suo angelo. Se fosse così saremmo in presenza di un’ingiustizia divina.
Verità logica: verità incontrovertibile, indiscutibile, assiomatica, per definire una qualsiasi cosa di cui si conosce il perché esiste e come è stata costruita. Es: un auto.
Verità ontologica. Riguarda la conoscenza (filosofica) del soggetto in esame: come è fatto, ma non si conosce il perché esiste. Es.: una rosa, un elefante, un essere umano.
La divinità. Noi siamo gli dei di questo mondo. La nostra intelligenza ha caratteristiche divine, ma i nostri modi di agire sono diabolici. Tutto ciò che accade a noi, e a questo pianeta, è riconducibile ai nostri comportamenti.
Libero arbitrio. Siamo nella libertà assoluta. Gli unici limiti (ma sono tanti) che abbiamo sono dovuti alla materia che ci riveste, al livello culturale, alle abitudini, consuetudini, morali, (religiose, politiche) della società in cui viviamo.
M.G.
Le mie analisi seguono una linea spirituale, filosofica e pedagogica. In mancanza dei presupposti di base, passo all’analisi filologica dell’articolo, non teologica.
Se sei soddisfatto dei miei commenti: lascia una recensione, e/o: Passa Parola.
Unisciti alla discussione
Una risposta a “Domenica 02 ottobre 2022 Lc 16-19,31 – L’uomo ricco e Lazzaro il povero –”
you are really a good webmaster. The web site loading speed is amazing. It seems that you are doing any unique trick. In addition, The contents are masterwork. you’ve done a excellent job on this topic!