Domenica 16 dicembre 2018 Luca 3 – 10,18 Mt. 3-1,12; Mc. 1-2,8; Lc. 3-1,20; Gv. 1-19,31 – Io vi battezzo con acqua –

La parola di Giovanni Battista

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: “Che cosa dobbiamo fare?”. Rispondeva loro: “Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto”.

Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: “Maestro, che cosa dobbiamo fare?”. Ed egli disse loro: “Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato”.

Lo interrogavano anche alcuni soldati: “E noi, che cosa dobbiamo fare?”. Rispose loro: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe”.

Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali.

Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile”.

Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Commento al Vangelo: Un piccolo chiarimento per chi si trova contemporaneamente a leggere Diatessaron e i commenti al Vangelo della Domenica che vi propongo. Giovanni Battista appare in tutti e quattro i Vangeli canonici. Così è anche per molte altre parabole o predicazioni.

Il loro contenuto è trattato spesso negli altri Vangeli anche se non in forma uguale ma simile. La fusione integrale dei Vangeli canonici è in Diatessaron: “Il lettore attento scoprirà quanto sia più estesa la predicazione di Cristo, e quanto sia più completa.

Per averne un’anteprima invito a leggere il capitolo ventinove delle Beatitudini in Diatessaron.

Nelle messe, compresa quella della domenica, la liturgia della chiesa propone un’estrapolazione di una parte della predicazione di Cristo o di una parabola, a volte anche in forma breve, per poi analizzarne i contenuti separatamente dal capitolo in cui è scritta.

Pedagogicamente non lo ritengo un buon sistema di analisi. Anzi addirittura non efficace per la comprensione di chi ascolta in chiesa e/o legge. Ecco uno dei motivi che mi hanno spinto a fare la fusione integrale dei Vangeli.

Penso che il testo della parabola, o della predicazione, vada riportato per esteso, quindi, quando si passa al commento, volendo, si può analizzarne i vari passaggi separatamente, se la complessità delle argomentazioni lo richiede, per poi passare a un’analisi globale, all’interno di una grande discussione fatta di domande e risposte, che riunisca le varie interpretazioni.

Giovanni rende evidente le differenze sostanziali fra lui e Gesù, sia nell’essere, riferito al corpo; sia nell’essenza, riferito al messaggio. Io vi battezzo con acqua significa che lui, profeta inviato dal Signore, ci trasmette il messaggio divino, ma non ha il potere di assolverci dai nostri peccati: “Non fate maltrattamenti, non ricattate nessuno, accontentatevi della vostra paga”.

Le sue sono esortazione, ancorché dette da un profeta illuminato, ma sempre un essere umano come siamo noi. Di Gesù invece dice che ci battezza con Spirito Santo e Fuoco. Perché? Perché Gesù è il Cristo, perché Gesù è Dio! No, non è un’affermazione avventata. Cristo dice: “Io sono nel Padre e il Padre è in me…”

Nella spiritualità così si chiarisce: “Chiunque è nel Padre, il Padre è in lui, e chiunque fa la volontà del Padre è come se il Padre stesso la facesse”. E poi Cristo l’ha dimostrato, con una predicazione assolutamente divina, e con l’assoluta coerenza che l’ha portato alla croce.

Gesù ha affermato una grande verità quando si è definito Figlio di Dio. Siamo tutti figli di Dio, ma solo quelli che “imitano” il Padre sono riconosciuti tali. Non è con l’appartenenza a questa o quella religione che ci si può definire: “Figli di Dio”, ma con l’essenza.

Cioè facendo le cose che Lui ci chiede di fare, ma attenzione: ci invita, non ci ordina. Inoltre chiede a noi di “Amare il prossimo come noi stessi”. E nessuno può arrogarsi il diritto di ordinare ad altri di fare cose in nome di Dio o di sostituirsi a Dio nel giudicare.

Non uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza, queste sono le esortazioni scritte nei comandamenti. Ma solo una la si può definire Legge Universale Divina: “Non uccidere”. E su questa Legge ci sarebbe molto altro da dire. Perché Giovanni afferma: “Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”.

L’insegnamento di Cristo si può definire un battesimo, in quanto il battesimo rappresenta l’inizio della conversione (illuminazione) per ogni essere umano che entra a contatto, volontariamente, di un insegnamento “divino”.

Per i cattolici, o tutte le chiese dette Cristiane, l’entrata di un individuo nella chiesa è certificata dal rito pubblico del battesimo, con acqua versata sul capo, come quello di Giovanni Battista, o con l’immersione del corpo in un fiume. Un suggerimento: leggete con attenzione i Vangeli.

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