Domenica 1°giugno 2025 Lc 24-46,53 “Il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno”.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme.

Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto”.

Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro ed era portato su, in cielo.

Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Prima chiave di lettura: le parabole sono delle metafore. E come tali è meglio leggerle e interpretale. Anche alcuni miracoli sono metafore, come camminare sull’acqua, la moltiplicazione dei pani e dei pesci, trasformare l’acqua in vino, ecc.

 2° Seconda chiave di lettura: non sono solo delle metafore, ma anche delle profezie. Leggete con attenzione e poi cercate di interpretarle in senso profetico. Es: Il seminatore. Interpretazione profetica: noi raccoglieremo i frutti del nostro seminare.

La terza chiave di lettura (forse la più importante) al momento non è utilizzabile. Mi riservo di essere più preciso in un futuro prossimo.  

Commento. Nella mia ricerca, volta a scoprire la divinità di Gesù, avevo per principio escluso tutti i miracoli, compresa la resurrezione. Mi dissi: se c’è divinità in Gesù, si può scoprire anche dove non ci sono eventi miracolosi.

Una scelta coraggiosa? Leggendo questo passo dei Vangeli direi che è stata una scelta opportuna. Dopo tanti anni posso affermare che la fusione dei Vangeli, da parte mia, è stata una felice intuizione.

Se non altro per fornirne una versione che permetta di essere analizzata nella sua interezza e non più in particolari discordanti, frutto di un sentire, o vedere, personale dell’apostolo che scrive, o chi per lui.

Matteo non fa cenno dell’ascesa al cielo di Gesù. Non ne conosco la motivazione, eppure lui era un apostolo. Se ne è dimenticato? Non era presente? È un’invenzione postuma di un qualche scriba? Non lo sapremo mai.

Marco liquida l’ascesa al cielo di Gesù in una scarna riga. È tipico di Marco essere molto sintetico, ma…. Anche perché l’episodio è straordinario. Un evento simile non si riporta con un accenno di dieci parole, secondo me.

Luca, assecondando il suo stile, raddoppia, e ne parla in due scarse righe. Ma mentre in Marco si afferma che Gesù “Fu assunto in cielo”, in Luca sta scritto che “Fu portato in cielo”. Forse volevano dire la stessa cosa. O forse no.

In Giovanni non se ne parla in nessuna riga. Nemmeno un indizio. Di Giovanni sappiamo che egli non fa sconti a nessuno. E ha capito che le religioni, come istituzione, non sono un bene per l’umanità.

Luca è convinto, e cerca di convincere anche noi, che il Gesù resuscitato sia quello di prima. Nel fare questo entra in contraddizione con quanto lui stesso scrive.

Oggi direi che è in contraddizione anche con la logica e la ragione. I discepoli non riconoscono Gesù. Se fosse stato quello di prima, lo avrebbero riconosciuto. Tommaso lo identifica solo dalle ferite sul corpo.

Luca, ancora una volta, si sforza di far combaciare il Messia delle scritture con Gesù. Un atto di fede religiosa che non tiene in nessun conto che il Dio del Vecchio Testamento non è lo stesso Dio di Gesù (e non è un dio).

Gesù ha tentato di farci capire che Dio, è un Dio in spirito e di tutti, e che noi siamo i suoi figli. E che sono i fatti a qualificarci, non delle infinite preghiere.

Ognuno di noi faccia il suo esame di coscienza. A livello sensoriale s’intuisce che Cristo dice cose giuste. Dal lato intellettuale iniziano le difficoltà. Se poi lo facciamo a livello materiale, ci aspetta un’impresa.

La difficoltà maggiore è che inizia lo scontro fra la ragione e i desideri. Se la ragione riconosce cose giuste, va da sé che si dovrebbero mettere in pratica, ma se i desideri entrano in campo, ingaggiano battaglia.

Sull’etica e sulla morale possiamo discutere quanto vogliamo senza raggiungere un punto di accordo. Ad ogni modo, possiamo dire che non siamo ancora sufficientemente maturi per comprendere pienamente la Legge di Amore e la sua messa in pratica.

Soprattutto perché è un percorso individuale, e fra noi siamo molto diversi. Non ci rimane che affidarci a un unico maestro, Cristo: “Beato chi ascolta la mia parola e la mette in pratica”. Lc 6-43,49. Nell’assoluta libertà di tempo e metodo. Poi, ognuno di noi, raccoglierà secondo a ciò che ha seminato.

Gesù non è il messia del Vecchio Testamento.

Non c’è quella continuità ostentata da Luca, e Gesù non è venuto per completarlo. Gesù è venuto per metterci sulla giusta strada: “Prima di me, solo ladri e briganti”.Gv 10-1,10.  Più chiaro di così!

Il commento al brano di questa domenica non vuole essere una continua polemica con la religione, ma una precisa consapevolezza del messaggio di Gesù. Che, a onor del vero, è più interessante di com’è andato in cielo.

“Fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio”. Mc 16-15,20. Una frase come questa non aiuta nel dibattito. Il taglio religioso della frase chiude ogni discussione.

Anche perché Gesù disse: “Rimarrò con voi fino alla fine dei tempi”. Mt 28-20. Basta polemiche. E la frase: “Cominciando da Gerusalemme”, delle prime righe della parabola, chi la scritta poteva risparmiarcela.

Gesù, quando è stato assunto in cielo, era uno spirito o è stato assunto con il corpo? La risposta alla domanda a questo punto diventa logica: il Cristo risorto era una manifestazione spirituale! (è in logica coerenza con quanto scritto).

Lo testimonia il fatto che, dopo la resurrezione, nessuno lo riconosceva a prima vista. Nemmeno Maria Maddalena l’ha riconosciuto al sepolcro, perché non era uguale al Gesù di prima. In cosa era diverso, nessuno dei testimoni l’ha detto.

“Lo spirito è quello che vivifica il corpo, la carne non giova a nulla e non ha la vita in sé. Le parole che vi ho detto sono spirito e sono vita. Fra voi ci sono alcuni che non credono alle mie parole. Se non credete alle mie parole, le opere che ho fatto sono a testimonianza di chi io sia”. Gv 6-63.

Alcune piccole note.

Non faccio menzione dello Spirito Santo promesso da Gesù in quanto non se ne vede segno da nessuna parte. Non è sceso sugli apostoli perché lo hanno dimostrato. Forse in Giovanni qualche traccia c’è ma è troppo timida. Giovanni non lo manda a dire il suo pensiero, ma il suo dire non ha scavato nessun solco.

In altri articoli riprendo il discorso sullo Spirito Santo cercando, e dando, una spiegazione abbastanza logica, solo su base teoretica, non certo scientifica.

Dirò, a margine di quanto scritto, che non ritengo la resurrezione di Gesù un fatto realmente accaduto, ma un’invenzione bella e buona di chi ha scritto la Bibbia, e i Vangeli, con questo taglio dottrinale.

Che ci sia una vita in spirito dopo di questa, lo ritengo possibile in base ai miei studi sul perché della vita. E nei miei tanti scritti si possono leggere i perché.

Gesù è l’unico che porta il suo messaggio fuori dalla materialità della vita con una predicazione spirituale legata alle leggi dell’infinito. Un attento lettore ha la possibilità di separare le sue affermazioni dal testo. Vi do un esempio:

Ama il prossimo tuo come te stesso. – Va, e vedi di non peccare più.- Beato che ascolta le mie parole e le mette in pratica. -Abbiamo fatto tutto ciò che ci è stato comandato, siamo servi inutili”.– E tante altre.

Come si può notare, queste affermazioni rispettano alcuni principi delle leggi naturali: non ti fanno la morale, ma esprimono solo una Verità. Non ti dicono come fare rispettando la tua Libertà di azione.

Sono in linea con la Giustizia personale e collettiva perché non sono di parte, o condizionanti per il prossimo. La Pace è indicata come la via da percorrere non travisata da compromessi, trattati o patti fra le parti: Giustizia, Pace, Verità, Libertà

Ognuno di noi deve fare un suo percorso, se vuole, con i suoi tempi, utilizzando un suo modo di vedere e di capire. La Legge d’Amore, nella sua estensione, non è una legge, ma una filosofia di vita.

Non mette paletti, obblighi, non offre premi e nemmeno minaccia punizioni. Non indica intermediari, anzi, mette in primo piano la persona. Fra noi non ci sono maestri di vita all’altezza di Gesù. Usiamolo come punto di riferimento.

Siamo noi che, se vogliamo, possiamo fare questo percorso volontariamente, perché crediamo che la Verità, la Libertà, la Giustizia, la Pace, siano un modo di vivere, a livello individuale, e collettivo, perfetto, quasi divino.

Il passato lo conosciamo, e in alcuni casi come le guerre, sono per noi un eterno presente. Ha risvegliato la bellicosità dormiente in molti, e, ancora una volta vediamo cosa porta la guerra. Al di là di chi ha ragione o torto.

Perché non è un dramma solo per chi la vive (provoca o subisce), ma è anche per coloro che la vivono indirettamente. E poi, che dire dei tifosi fuori campo. Il peggio si nota guardando chi sorride sotto i baffi (è un modo di dire).

Sono spettatori interessati perché vedono: il sangue scorrere per sadismo puro e semplice, altri per interesse. Questi sono i peggiori, e si possono affiancare a coloro che si schierano dove soffia il vento. Sono inaffidabili, vigliacchi e ignoranti.

Le mie analisi seguono una linea spirituale, filosofica e pedagogica. In mancanza dei presupposti di base, passo all’analisi filologica dell’articolo, non teologica.

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