Domenica 15 settermbre 2024 Lc 11- 37,41 – “Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere…”.
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
Allora il Signore gli disse: “Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro”.
1° Prima una chiave di lettura: le parabole sono delle metafore. E come tali è meglio leggerle e interpretale. Anche alcuni miracoli sono metafore, come camminare sull’acqua, la moltiplicazione dei pani e dei pesci, trasformare l’acqua in vino, ecc.
2° Seconda chiave di lettura. Attenzione: Non sono solo delle metafore, ma anche delle profezie. Leggete con attenzione, e poi cercate di interpretarle in senso profetico. Es: Il seminatore. Interpretazione profetica: noi raccoglieremo i frutti del nostro seminare.
3° La terza chiave di lettura, fino a che i Vangeli saranno divisi fra di loro, non è consigliabile utilizzarla. La si può usare nel libro che ho scritto: Diatessaron,
Commento. Parabola molto breve e di facile comprensione. Possiamo usarla per comprendere meglio cosa intendo per metafora. Cercherò di essere sintetico.
Il bicchiere e il piatto siamo noi come persone. Ciò che c’è dentro sono i nostri pensieri, i desideri, insomma il nostro modo di intendere la vita e la convivenza con il prossimo. Se diamo qualcosa di noi in elemosina (gratuitamente), qualsiasi cosa sia e nella quantità che scegliamo, è un dare spirituale, di cuore: puro.
È perfettamente in linea con la legge d’Amore di Gesù: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. È la libertà di scegliere: senza profitto alcuno. Viene rispettato il requisito principale della suddetta legge: la libertà assoluta. (altrimenti non è amore)
Approfitto di questa parabola per mettervi a conoscenza di un mio scritto presente nel sito, titolato: “La grande avventura”. In: Mens Sana.
Cap.1 – Il coraggio di vivere.
Ci vuole coraggio! Per vivere ci vuole coraggio. È necessario avere il coraggio di “vivere” la vita. Può sembrare ardito iniziare con un’affermazione che già ci mette di fronte ad uno dei grandi problemi dell’esistenza: “Il coraggio di vivere”, accettando tutto ciò che ci porta di bello, e di meno bello.
Il coraggio di affrontarla a testa alta. Il coraggio di prendere per mano il proprio destino, cercare di condursi alla “meta”. E alle tante mete che ci aspettano con la maggior consapevolezza possibile, con capacità di discernimento, con la miglior coscienza possibile: partecipazione consapevole.
È così che vale la pena di vivere, e se non saremo riusciti pienamente nel nostro progetto, almeno avremo provato, cercato, faticato. Non ci saremo arresi alle prime difficoltà. Cercare di uscire da questa vita come dei vincitori è inutile. Alla fine, nelle guerre, tutti perdono. Non cadiamo nell’errore di aver fallito nella possibilità di vivere.
Non è retorica.
Vi sembra retorica? Fino ad un certo punto. È di questo che voglio parlare. Sono perfettamente consapevole che non tutto ciò che interseca il nostro cammino dipende da noi. Molti avvenimenti, se lo vogliamo, li possiamo determinare con la nostra volontà. Raccoglieremo in base all’impegno dedicato.
Abbiamo il diritto di cercare quella felicità che sta nella gioia di vivere partecipando coscientemente e consapevolmente alla propria vita.
Il progetto.
La realizzazione del proprio progetto di vita è alla base di una esistenza piena di gioia di vivere. Provate a immaginare che cosa desiderate nel vostro futuro? Provate a farvi questa domanda se non ve la siete già fatta, e ditevi quali fatiche, e quanti sacrifici siete disposti a fare per il vostro bene. Pensate che sia un pensiero ambizioso? No! Attenetevi alla vita reale, non fate voli pindarici.
Non dobbiamo accontentarci di far passare il tempo, ma viverlo partecipandovi, condividendo avvenimenti, scelte, gioie e dolori. Non è un progetto di conquista a danno degli altri, è un progetto di vita “con” gli altri, insieme gli altri: “Il nostro prossimo”.
Riusciremo, forse, a realizzare solo una piccola parte dei nostri progetti, ma uno certamente sì: quello di averci provato. È un programma per la vita di tutti noi. Contiene i principali temi per trovare, o ritrovare, la “fiducia in sé stessi”, che si raggiunge con la “conoscenza di sé stessi”. Traguardo raggiungibile da coloro che lo desiderano.
Alcuni suggerimenti.
Le analisi che propongo, sono scritte seguendo una linea prettamente spirituale. Nel succedersi dei commenti alcuni concetti si possono ripetere.
I Vangeli sono come un albero: ha un’infinità di rami e foglie, ma è sempre un albero. I rami sono attaccati al tronco, le foglie ai rami, il tronco alle radici, le radici alla terra.
Se ti ritieni soddisfatto dei miei commenti: Passa Parola.
Comincia la discussione